«… il Furioso è un libro unico nel suo
genere e può – quasi direi deve – esser
letto senza far riferimento a nessun altro
libro precedente o seguente; è un universo
a sé in cui si può viaggiare in lungo e in
largo, entrare, uscire, perdercisi. … Ariosto
sembra un poeta limpido, ilare e senza
problemi, eppure resta misterioso: nella
sua ostinata maestria a costruire ottave su
ottave sembra occupato soprattutto a
nascondere se stesso. Egli è certo lontano
dalla tragica profondità che avrà Cervantes,
quando un secolo dopo, nel Don Chisciotte,
compirà la dissoluzione della letteratura cavalleresca.
Ma tra i pochi libri che si
salvano, quando il curato e il barbiere
dànno alle fiamme la biblioteca che ha
condotto alla follia l’hidalgo della Mancia c’è il Furioso…»
Italo Calvino
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