venerdì 31 gennaio 2014

“the lunatic is in my head”


C’è un sentiero nascosto, sottile come una lama,
c’è un sentiero imprevisto tra l’erba scivolosa,
sulla collina a sud, al di là del muro,
si vede ancora il mare cobalto, denso, nervoso, opaco,
antico, miniato come un manoscritto,
con incubi a colori su pergamena ingiallita;
dentro una clessidra a vela,  
una scimmia impazzita senza tiara e scettro
e un dio acefalo su un trono d’avorio
tirano a fatica gli archi 
su una viola infernale a pioggia di rane;
matti, impauriti dal gracchiare di un grammofono senza ali,
si annidano in sequenza binaria 
sul pavimento della stampa nazionale,
un orologio incastra su se stesse le lancette 
sulle scale di casa
e una copia malnutrita di un santo eremita 
annuncia la vita sul cavallo della morte:
eccoli i matti sono nel mio salone
sotto un cielo grigio milanese,
eccoli i mostri sono fuori, 
con toghe, camici, divise e tricolori,
me li hanno portati in casa mentre io ero tranquillo;
un tubo catodico annerisce di pianto 
il volo libero delle parole,
come vergini malinconiche in trittici tarlati, 
anima e corpo, tu mi insegni a scegliere: 
grama o pneuma,
grama e pneuma è la risposta.
Su una mongolfiera a vetri 
ci inabissiamo tra il rosso dei papaveri,
 nel vento di una rivoluzione 
sognata,disperata, tenera 
e pieghevole sul gambo di un garofano rosso;
avremmo dovuto, ma prima nel dopoguerra del caos,
in fondo il 68 è solo un numero difettivo,
sempre maggiore alla somma dei suoi divisori,
rappresentazione atomica dell’Erbio,
 nelle terre rare dei lantanoidi,
in gradi celsius la temperatura ideale per il bianco e nero,
tra cinque anni voleremo via 
sulla faccia nera della luna
da soli, poeti interstellari, con una ninna nanna in dono:
“tutto ciò che è adesso
 tutto ciò che è andato
 tutto ciò che arriverà
 e tutto quanto sotto il sole è in sintonia
 ma il sole è eclissato dalla luna”.

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